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La chiesa, situata nell'antico "borgo" su una
piccola altura, si eleva sul piazzale omonimo a cui si accede da
Piazza Bonelli, da Via Garibaldi che la collega con Piazza Gioberti
(della verdura), da Via Villanuova (la stenìa), la più
antica che già nel passato univa il "borgo" alla "villa" posta
in posizione molto più elevata.
Il primo documento in cui compare il nome di Canelli è del 961
e probabilmente in quel tempo già esisteva la parrocchiale di
S. Tommaso di cui troviamo citazione il 12 novembre 1156. La
primitiva chiesa, orientata in senso opposto all'attuale, era di
dimensioni minori, aveva un chiostro, una canonica ed era
circondata su due lati dal Cimitero.
Molti documenti medioevali, acquisti o contratti riguardanti
Canelli, riportati nel Codex Astensis, erano sottoscritti nel
chiostro di S. Tommaso ma purtroppo tutti gli scritti dell'epoca,
che erano conservati nella canonica, sono stati bruciati nel 1636
causa il "contaggio" che rese necessaria la distruzione della casa
parrocchiale e quanto in essa contenuto.
Dopo il fatto e quindi dal XVII sec. si riforma la documentazione
che consente di ricostruire le vicende, i restauri, gli acquisti
della chiesa.
Verso la fine del 1600 avvenne una radicale trasformazione
dell'edificio che assunse la struttura oggi esistente. Precisamente
tra il 1694 e il 1728, venne demolita in parte e la si
ricostruì cambiandone l'orientamento primitivo: la sede
dell'antica abside divenne la nuova ed attuale facciata.
Venne lastricato parte del Cimitero riservando, a tale scopo, la
zona laterale sinistra. Il nuovo Coro fu completato nel 1842 al
posto della primitiva canonica determinando un ampliamento anche in
senso longitudinale della chiesa. I lavori, comprensivi della nuova
Sacrestia, dei restauri, degli arredi, delle decorazioni, vennero
eseguiti nei secoli XIX e XX. [...approfondimenti...] |
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La chiesa è situata in via Villanuova, in
posizione dominante la valle del Belbo. La prima chiesa era stata
eretta accanto alle mura del Castello (attualmente chiesa di S.
Antonino).
In seguito alla distruzione delle fortificazioni (XVII sec.),
all'aumento dei fedeli e al trasferimento della parrocchiale di S.
Leonardo nella posizione attuale, si ritenne opportuno erigere una
nuova chiesa di S. Rocco che fosse anche il completamento della
sistemazione del nucleo religioso. Fu proprio la sua costruzione a
definire la piazza che ancor oggi conserva l'impronta voluta nel
XVII sec.
L'edificio, voluto dalla Confraternita dei Disciplinati di S.
Rocco, occupa l'area in cui anticamente pare vi fosse un forno. I
lavori iniziarono nel 1727 e da documenti, venne consacrata nel
1740. Al 1735 risale la zona campanaria (Carlo D. Buriano - B. P.
Milanese). Inizialmente la chiesa era formata da due corpi:
ellissoidale a navata unica la zona dei fedeli, a forma poligonale
prolungata il Presbiterio.
In un secondo tempo, nel 1755-1764 si unì sul lato sinistro
interno, a fianco di parte del Presbiterio, una sala rettangolare
(Sacrestia); circa nel 1831 si costruì un'area esterna a
destra modificando parte della curva ellissoidale in una parte
rettilinea acquisendo uno spazio ampio che forse fu adibito ad
oratorio. Autori del progetto figurano Bartolomeo Reale e
Defendente Cometa. Un non specificato architetto fu collaudatore
dell'opera ultimata. [...approfondimenti...] |
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Nel 1070, Gandolfo e Oggero, signori di
Canelli, ottennero da S. Guido, Vescovo di Acqui e loro parente,
l'autorizzazione ad edificare una chiesa nel castello. Detta
chiesa, dedicata a S. Michele, fu affidata ai Benedettini di S.
Leonardo nel XII sec. e protetta dalle mura, diventò la sede
principale della Parrocchia, ubicata in Reg. Aie, Cascina S.
Leonardo.
Tra il 1450 ed il 1463, dopo aver cambiato la dedicazione in quella
di S. Leonardo, venne completamente ricostruita a lato dell'attuale
Canonica e riconsacrata unitamente all'antistante cimitero.
Per ragioni di instabilità del terreno, per il numero
crescente dei fedeli, si pensò di edificare una nuova Chiesa
su un'area più stabile. La costruzione fu di spettanza della
Confraternita dello Spirito Santo.
La famiglia Sardi donò l'appezzamento di terreno all'interno
del recinto murale di Villanuova e posto tra le due porte che
mettevano in comunicazione le vallate. Il Comune fece murare la
Porta davanti a S. Rocco e colmare il dislivello tra i bastioni e
le prime case trasformando le mura in strutture di sostegno per il
nuovo sagrato.
Nel 1682, sotto la guida del capomastro Stefano Melchioni, si
iniziò la costruzione della Chiesa progettata da un architetto
il cui nome non è riportato nei documenti. Nel 1694 fu
ultimato il corpo principale, nel 1691 venne eretto il campanile,
nel 1694 fu rifinita ed intonacata la facciata con l'aggiunta del
pronao squadrato tuttora esistente.
La primitiva struttura era più longitudinale dell'attuale
poiché molta importanza si dava al coro ed all'abside che
dovevano ospitare le riunioni della Confraternita.
Verso la metà del ?700, l'abside ed il coro, costruiti su
terreno di riporto, minacciarono di crollare. Nel 1747-49 si
procedette alla demolizione di parte del coro e dell'abside
diminuendo sensibilmente l'area del presbiterio spostato verso la
navata.
Nel 1750 iniziarono i lavori di rinnovamento estetico e di
aggiornamento stilistico che si protrassero a lungo, con il
rinfacimento degli altari principali, l'affrescatura delle pareti e
delle volte e l'installazione del monumentale organo ottocentesco,
restaurato negli anni ottanta. [...approfondimenti...] |
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La Confraternita dell'Annunziata era una delle
più importanti e facoltose del tempo (XVIII sec.). Ad essa
aderivano i commercianti benestanti del Borgo e le famiglie
più in vista.
Disponendo di cospicui redditi, i confratelli, conformi al nuovo
fervore edilizio civile e religioso che aveva investito Canelli e
vi aveva portato qualificate maestranze non solo da Asti ma da
Milano e dal Ticinese, decisero di fare edificare una nuova chiesa
i cui lavori terminarono nel 1731.
Sul piazzale attuale, si affacciavano un antico oratorio, sede
della Confraternita delle Umiliate, ed una piccola chiesa che
già nel ?400 ospitava la Confraternita dell'Annunziata.
Gli edifici furono in parte demoliti ed in parte inglobati nella
nuova "fabbrica" che risultò imponente e grandiosa tanto da
rivaleggiare con le due Parrocchiali. Mentre le precedenti
costruzioni avevano gli ingressi sulla "sternia" la nuova chiesa
ebbe il fronte sul piazzale di S. Tommaso, da poco realizzato, con
chiara intenzione di arricchirlo scenograficamente secondo i canoni
urbanistici allora imperanti.
Il forte dislivello del terreno richiese una notevole
sopraelevazione della facciata per allinearla all'abside.
L'ingresso fu così raccordato alla piazza con un alto
terrazzamento a cui si accede per mezzo di una scalinata che in
origine avrebbe forse dovuto essere più grandiosa,
equilibrando scenograficamente la costruzione al sottostante
sagrato. [...approfondimenti...] |
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Chiesa del primo settecento, in origine sede
dei Battuti Neri, è ancora in buone condizioni statiche ma
quasi illeggibile per le modifiche apportate.
La facciata, una cinquantina di anni addietro, fu mutilata
dell'alto timpano triangolare e del campanile di cui rimane solo la
base.
L'edificio, ora conosciuto come "circolino", fu adibito a teatro
trasformando l'abside in palcoscenico ed abbassando la volta con
una soletta.
Oggi vi si riunisce la Banda Musicale e i locali sovrapposti sono
utilizzati per riunioni catechistiche.
I volumi della chiesa, soprattutto interni, sono comunque
ripristinabili con poca spesa, restituendo alla città un
prezioso spazio per l'aggregazione.
Dalla chiesa proviene l'altare maggiore oggi nell' "Addolorata" e
la statua della "Vergine dei sette dolori" nella stessa
collocata. |
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Nel 1892 Don Francesco Sacchero (canellese),
nominò Mons. G. Marello, fondatore della Congregazione di S.
Giuseppe sorta presso l'Opera Pia Michelerio e poi trasferita nella
Casa di S. Chiara ad Asti, e Don Cortona, eredi universali
affinché istituissero un'opera a scopo benefico.
Fu scelto il terreno, appartenuto a Don Sacchero, situato oltre il
torrente Belbo lungo la strada che unisce Canelli a Cassinasco. Nel
1903 iniziò la costruzione dell'orfanotrofio maschile a cui fu
in seguito unito un convitto.
Nel 1917 fu requisito, ad uso militare, il sotterraneo della Casa
che era adibito a teatrino. Durante la guerra ?16-?18, la ditta
Zoppa fece distribuire ai poveri una minestra e nelle feste una
pietanza con pane e vino.
Gli orfani diminuirono e furono ospitati, nella Casa di Canelli, i
Probanti, ossia i giovani aspiranti alla vita religiosa: è
avviato il Ginnasio Superiore della Congregazione.
Nel salone attuale, al primo piano, era situata la Cappella ma ben
presto si sentì la necessità di una vera e propria chiesa
che servisse non solo agli studenti sacerdoti, ma anche alla
popolazione limitrofa che aveva notevoli difficoltà a
raggiungere la parrocchia di S. Tommaso.
Nel 1932, con la benedizione del Papa Pio XI, comunicata dal
Cardinale Pacelli, poi Papa Pio XII, con l'approvazione del Vescovo
di Acqui, Mons. L. Delponte, e del Parroco di S. Tommaso, Don Carlo
Benazzo, si avviò l'iter per la costruzione della chiesa del
Sacro Cuore (a Canelli più conosciuta come S. Chiara
perché voluta dai Padri di S. Giuseppe la cui Casa Madre di
Asti era sita nell'antico convento di S. Chiara).
La prima notizia ufficiale fu data il 10 gennaio 1932 e si
affidò l'incarico di preparare il progetto al Canonico Prof.
Alessandro Thea. Il 6 agosto 1933 iniziarono i lavori commissionati
all'impresa di Carlo Torchio. Promotore e guida dei suddetti fu
Padre Simone Marsero che non vide l'opera compiuta essendo morto un
mese prima dell'inaugurazione avvenuta il 16 giugno 1935.
Dal 1947 al 1960, il complesso religioso, ospitò lo studentato
filosofico della Congregazione e poi sede della scuola
preparatoria.
Con l'accresciuta popolazione urbana, si sentì la
necessità di aumentare le Parrocchie di Canelli ed il 27
novembre 1977, Mons. Moiso, Vescovo di Acqui, eresse la chiesa del
Sacro Cuore a Parrocchia. [...approfondimenti...] |